La Storia

Periodo preistorico

Il territorio di Valentano è stato sicuramente abitato fin dalla preistoria. I più importanti ritrovamenti sono quelli dei villaggi palafitticoli dell'età del bronzo posti nel Lago di Mezzano, che costituiscono una conferma all'interpretazione degli storici, che vi hanno individuato il Lacus Statoniensis dei Romani descritto da Seneca nelle Naturales Quaestiones e da Plinio il Vecchio nel trattato Naturalis Historia. I reperti recuperati nelle campagne archeologiche dal 1973 a oggi hanno rivelato un popolo laborioso, incline all'allevamento del bestiame, alla coltivazione, creatore di utensili domestici e da lavoro in legno, in pietra, in bronzo e in ceramica. Altre testimonianze preistoriche sono state individuate in molte parti del territorio comunale, come Vallone, Monte Saliette, Poggi del Mulino e Monte Starnina.



Periodo etrusco-romano

Le presenze etrusche nel territorio di Valentano sono testimoniate in alcuni luoghi come Spinetto, Vallone, Santa Lucia e il più importante tra questi è il Monte Becco, situato nei pressi del Lago di Mezzano. In ogni caso si rinvengono solo poche tracce della presenza etrusca, anche se la tradizione vorrebbe che il paese derivi da "Verentum", una città mai identificata. Si conservano invece cospicui resti della civiltà romana, come strade (diverticolo della Via Clodia), ville rustiche e, da segnalare, un maestoso tronco marmoreo di Giove finito nel museo Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen.


Alto Medioevo

Il primo manoscritto con un riferimento al paese nella sua denominazione attuale, è dell'813 (Regesto di Farfa) mentre "Balentanu" appare in altri documenti dell'Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata, a partire dall'844. Si registra la presenza del castello diruto di Mezzano nell'827 e del villaggio di Villa delle Fontane nell'839. Qui sorse poi una sede Templare con la sua Chiesa dedicata a Santa Maria del Tempio.


Il Rinascimento - La famiglia Farnese

Dal 1354 il paese è posto sotto la signoria dei Farnese, che hanno lasciato molte tracce indelebili, monumenti insigni come la Rocca con il Castello e le numerose Chiese. La famiglia Farnese si stabilì definitivamente a Valentano dopo che il Cardinale Albornoz concesse loro la Rocca, che fu trasformata velocemente da castello difensivo a dimora residenziale. I Farnese avevano una nomina rinomata nel borgo e, a distanza di secoli, il popolo Valentanese li ricorda ancora per i lavori urbanistici effettuati nel primo ventennio del XVI.

Fra i personaggi rilevanti che hanno abitato a Valentano, vanno ricordati Alessandro Farnese, poi divenuto papa Paolo III e sua sorella Giulia, detta "la bella", nonché Angelo Farnese e Pier Luigi Farnese. Vi nacquero il "gran Cardinale" Alessandro, i duchi Ottavio e Orazio, il cardinal Ranuccio e Vittoria duchessa di Urbino. Nel 1537, Paolo III costituì per Pier Luigi e i suoi eredi il ducato di Castro e Ronciglione e, quindi dal 1545, quello di Parma e Piacenza.

A Valentano, dal 1592 il poeta veneziano Antonio Ongaro fu al servizio e sotto la protezione di Mario Farnese, e proprio in questo paese l'Ongaro trovò la morte in seguito.

Le numerose vertenze che videro in campo i Farnese e la Camera Apostolica si conclusero con la guerra di Castro del 1649, con la distruzione della città di Castro, capitale del ducato, Valentano divenne il centro amministrativo del Castrense e vi venne trasferito l'archivio storico. La diocesi fu trasferita ad Acquapendente.


Lo Stato Pontificio

Gli avvenimenti dei secoli seguenti registrano l'abbandono del paese da parte dei Farnese e, nel 1731 la Rocca Farnese fu trasformata in un monastero di clausura fino al 1930. È rimasta la suggestiva "scala santa", affrescata con scene della Passione che hanno ricoperto gli affreschi d'epoca farnesiana. I Valentanesi sono presenti nell'Associazione Castrense del 1848 e quindi nella Lega dei Comuni di Castro che si opponeva al potere temporale dei papi e auspicava, nello spirito risorgimentale del tempo, l'unione dell'Italia tutta. Sede di una guarnigione di Zuavi pontifici, il paese registrò l'arrivo e gli scontri con i garibaldini nel 1867. Ma ormai il 1870 era alle porte e mentre si festeggiava la presa di Roma gli Zuavi incendiavano, nella piazza principale del paese, quasi tutte le carte dell'archivio storico del Comune di cui rimangono comunque preziose e insostituibili testimonianze, unitamente alle carte amministrative della distrutta città di Castro.


Storia moderna

Fin dalla fine del XIX secolo il paese registrò una forte emigrazione verso le Americhe e furono molti i soldati che parteciparono alla prima guerra mondiale con molti caduti. La seconda guerra mondiale, invece, attraversò questo territorio nel giugno 1944 causando, con i caduti al fronte, molte vittime civili alla cui memoria, nel giugno 2004, è stata apposta una targa commemorativa in via Trento e Trieste, nello stesso luogo del "Portonaccio" di Palazzo Vitozzi, ove cadde il colpo di artiglieria che causò la morte di sette civili.

(Notizie tratte da Wikipedia)